Non sempre facilissimo.
E non è una questione solo di buona volontà.
E’ che tutto congiura per accorciare i tempi della riflessione e farci arrivare velocemente ad una risposta, ad una soluzione.
Non conta più la rilevanza del tema, oggetto ad esempio di una riunione o di una conversazione.
Anche nella vita privata siamo spinti “da tutti e tutto” a brillare attraverso un’uscita veloce dal problema, siamo incitati a chiudere, risolvere, tagliare i rami secchi, concludere, agire. Fixing the problem!!
Anche quando vorremmo solo essere ascoltati spesso veniamo travolti dal consiglio, dal suggerimento, dalla risoluzione pratica.
A volte funziona…a volte no.
Il dubbio, l’incertezza, se coltivati possono farci entrare nel tempo opportuno; quel tempo che non guarda tanto l’orologio, l’obiettivo da raggiungere entro una certa data, ma si prende cura di un momento che non dipende solo da noi e dal tempo cronologico. Un tempo qualitativo –senza tempo- che può far accadere ciò che auspichiamo al momento più giusto. Dopo aver sostato per un po’ in un tempo sospeso. Un tempo nutrito da domande, da spazi per la riflessione, da un sano e virtuoso “ non sapere”.
La ricerca a cui sprona il dubbio- Socrate insegna- può essere coltivata solo da chi preliminarmente si riconosca ignorante, cioè ammetta, come Socrate stesso, di non sapere; chi crede di sapere infatti, non sente il bisogno di cercare e non è così ben disposto ad imparare.
Ed è proprio in questa sana sospensione dal credere di sapere che si manifestano le intuizioni più sorprendenti. Che la risposta arriva, che il problema si dissolve. Si dipana la matassa intricata dei pensieri e si manifesta una luce che illumina ciò che prima non riuscivamo a cogliere, a mettere a fuoco bene.
Ma non sempre possiamo decidere noi quando.
Prendiamo coraggio e alla prossima riunione, conversazione con un collega, scambio di vedute e pensieri con amici o affetti importanti, proviamoci:
“Non so..non credo di avere la risposta in qs momento, ho bisogno di più tempo, non sento di dover decidere adesso…vorrei comprendere meglio e….farmi delle domande”
E ascoltiamo cosa accade in quel momento di sospensione, di incertezza, nelle ore e nei giorni a seguire.
E’ un esercizio di ascolto interiore; di ascolto profondo. Quello privo di idee preconcette e già confezionate pronte all’uso, da spendere su tutto. E’ un ritornare “pagina bianca” puliti e privi di vecchi pensieri. Per far emergere ciò che deve emergere e prendere decisioni non contaminate ed inquinate dalla fretta e dall’ansia. Alleniamoci a stare accanto alle domande, senza agitazione; stiamo con più agio nei silenzi, nelle pause e ascoltiamo.
Un eccesso di velocità e di risposta, può farci correre dei rischi ed essere l’anticamera di decisioni sbagliate, a volte anche molto dannose.
Riappropriamoci della bellezza dell’attesa; una sapienza importante celebrata in tutte le forme di spiritualità.
E lasciamo lavorare il dubbio. Che sa bene come renderci, molto più intelligenti.